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I BENEFICI DELL'ARTEMISIA

L'artemisia è un nome che raggruppa in verità numerose specie, alcune comuni altre rare, appartenenti alla famiglia delle Composite o Asteracee e diffusa in Europa, Asia, Africa e Nord America.

Il dragoncello, il genepy e l'assenzio sono alcuni esempi di artemisie; si trovano anche esemplari ibridi, con caratteristiche di specie diverse.

È un ottimo digestivo grazie alle sostanze amare che contiene le quali favoriscono la formazione dei succhi gastrici e della bile e il suo utilizzo, in tisana o distillato, aiuta nella digestione di pasti abbondanti. La tisana di artemisia è utile nei casi di spossatezza e inappetenza.

Sulle donne ha un effetto riscaldante e antispasmodico sull‘utero e su tutto il basso ventre e, secondo quanto scrive Macer Floridus nel suo De Viribus Herbarum può affrettare il ciclo mestruale, aiutare i parti, impedire gli aborti e annullare gli effetti di ogni veleno. Nonostante queste grandi qualità, a causa delle sostanze che contiene, molti la sconsigliano alle donne in stato interessante e ai bambini.

Il pediluvio è una delle cure più sane e naturali per i piedi e si ottengono grandi benefici anche senza aggiungere nulla all'acqua calda (intorno ai 40 gradi, appena superiore alla temperatura corporea), ma in caso di piedi affaticati l'utilizzo dell'artemisia dà risultati eccellenti.

Per il pediluvio si può utilizzare l'erba essicata o la "lana d'artemisia", cioè quella utilizzata per la moxa, anche rompendo un sigaro. Per un pediluvio è sufficiente un quarto di sigaro preventivamente bollito per circa dieci minuti.

Dopo una faticosa camminata è ottimo un massaggio ai piedi con olio essenziale di artemisia.

In tedesco l'artemisia è chiamata Beifuß, ovvero "ai piedi" perché era consuetudine metterne un poco nelle scarpe o legarla alle caviglie per dare sollievo durante le lunghe camminate.

Nel De Virtutibus Herbarum, Apuleio sostiene che se un viaggiatore ne porta con sé non sente la fatica del viaggio; inoltre ha il potere di scacciare i diavoli nascosti e neutralizzare il malocchio.

Anche, secondo Dioscoride, è ottima contro tarme, cimici, pulci e topi.

Plinio ne fa derivare il nome da Artemisia, regina di Alicarnasso, secondo altri da Artemide, della quale dea era la pianta sacra.

Numerosi sono i liquori derivati dall'artemisia. L'assenzio è un'artemisia dalla quale si ricava l'omonima bevanda che ha avuto la sua massima popolarità tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, fino ad essere proibita a causa degli effetti devastanti derivati dall'uso prolungato. Un modo per attenuare il sapore amaro è di metterla a macerare con del vino bianco. Il vermouth è appunto un famoso vino liquoroso originario di Torino che deve il suo nome al tedesco Wermut, che significa ''Artemisia Maggiore''. Il génépy è prodotto in diverse varianti a seconda della pianta utilizzata.

Il dragoncello, oltre che essere apprezzato in cucina, è utile in quanto le sue radici rinvigoriscono le piante vicine e tengono lontani i parassiti.

Appartenenti alla stessa famiglia delle Asteracee troviamo piante comuni a tavola come: tarassaco, radicchio, cicoria, cardo, girasole, topinambur e erbe officinali molto note come: arnica, camomilla, calendula...

Infine con la ''lana d'artemisia'' si preparano sia i conetti che i sigari utilizzati per la cau-moxa.

Secondo il maestro Ming Wong [Cau, Ed. Mediterranee, 2003], l'artemisia migliore per la moxa è quella del monte Tai Wo, al centro della Cina, e per donne e bambini è meglio la varietà a gambo rosso, una varietà non commestibile, mentre per l'uomo va bene quella più comune.

I taoisti la chiamavano ''erba del sole'', i medici tradizionali ''amica delle donne'', i confuciani ''pianta medica'' e nella cultura popolare e magica ''bandiera del coraggio''.